Lo sai che il candito può fare la differenza tra un alveare in salute e uno in difficoltà, specialmente nei periodi in cui le scorte scarseggiano? Sì, parliamo proprio di quell’alimento solido a base zuccherina che molti apicoltori forniscono alle loro api come sostegno nutrizionale. Ma quali sono le diverse tipologie? Come e quando andrebbe somministrato? E, soprattutto, ci sono differenze sostanziali tra un candito “bianco” e uno proteico? In questa guida cercherò di rispondere a queste domande in modo semplice e chiaro, mettendo insieme nozioni tecniche e qualche spunto pratico. Preparati a entrare, con tutta la calma del caso, nel dolce mondo del candito per api.

Indice
Che Cos’è il Candito e Perché Fa Comodo alle Api
Il candito è un alimento solido, tipicamente composto da zucchero (saccarosio) e acqua, spesso arricchito con ulteriori ingredienti. Viene preparato attraverso un processo di cottura e lavorazione che lo rende compatto e di consistenza omogenea. Rispetto agli sciroppi zuccherini, il candito si conserva più a lungo e risulta più facile da gestire, perché non gocciola e non si cristallizza rapidamente in modo disordinato.
In apicoltura, il candito serve principalmente come integrazione delle scorte, fornendo alle api zuccheri utili nei periodi di scarso approvvigionamento di nettare e miele. In sostanza, regala alle nostre amiche un “piano B” alimentare, evitando che la colonia soffra la fame, specie durante l’inverno o nei momenti in cui le fioriture sono meno generose. Di solito, lo si posiziona nella parte alta dell’arnia o su un apposito nutritore, in modo che le api possano accedervi facilmente.
Ma perché prediligere il candito ai classici sciroppi zuccherini? Prima di tutto, il candito non ha problemi di evaporazione o di fermentazione come gli sciroppi liquidi. Inoltre, nei mesi più freddi, le api riescono a prelevarlo con minori dispersioni di calore, riducendo lo stress termico della colonia. È un po’ come quando, in casa, preferiamo avere una riserva di cibo non deperibile piuttosto che qualcosa di facilmente deperibile: le api condividono la stessa logica.
Panoramica sulle Principali Tipologie di Candito
Quando si parla di candito per apicoltura, non ci si riferisce a un unico prodotto. Esistono diverse varianti, ciascuna pensata per rispondere a specifiche esigenze nutrizionali della colonia e periodi stagionali ben precisi. Ecco le più comuni:
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Candito Bianco “Classico”
Questo è il candito più diffuso. La sua ricetta di base comprende zucchero e acqua, senza ulteriori aggiunte di proteine o vitamine. È indicato per integrare le scorte, soprattutto nei mesi freddi. Spesso lo si fornisce verso fine autunno o durante l’inverno, quando la colonia rischia di non trovare abbastanza cibo all’esterno. Le api, in questi momenti, hanno bisogno di un apporto energetico costante senza eccessivi sforzi. -
Candito Proteico
Si distingue per la presenza di proteine (ad esempio proteine di soia, lieviti o altri supplementi proteici) aggiunte alla base zuccherina. Questo candito torna utile nel periodo fine inverno / fine estate, perché stimola la formazione del “corpo grasso” delle api e può sostenere la ripresa della covata. Agisce in parte come sostituto del polline, fornendo sostanze nutritive fondamentali per lo sviluppo delle nuove api e per la salute generale della colonia. Tuttavia, può capitare che le api lo trovino meno appetibile rispetto al candito bianco, probabilmente per via del gusto o della consistenza leggermente diversa. -
Candito con Polifenoli
Qui entrano in gioco sostanze antiossidanti (polifenoli) che supportano il sistema immunitario delle api. Questa tipologia è più recente, pensata per rafforzare le difese dell’alveare, soprattutto in periodi di stress o quando ci sono particolari problematiche sanitarie nell’apiario. -
Candito con ApiHerb o Sostanze Fitoterapiche
Alcuni canditi vengono arricchiti con miscele erboristiche, come estratti di piante aromatiche o sostanze naturali con proprietà antimicrobiche. L’obiettivo è aiutare le api a mantenere un buon equilibrio intestinale e a proteggersi da patogeni. Non è una panacea, ma può fare la differenza se usato in modo costante e in combinazione con altre pratiche di gestione dell’alveare.
In pratica, la scelta del candito più adatto dipende dal momento dell’anno, dalle condizioni della famiglia e dagli obiettivi dell’apicoltore (integrare scorte, stimolare la covata, sostenere le difese immunitarie, ecc.).
Quando e Come Somministrare il Candito alle Api
Hai presente quei momenti in cui ti chiedi: “Staranno bene le mie api? Avranno abbastanza provviste?” Ecco, la somministrazione del candito nasce proprio da questo dubbio. In genere, si tende a darne nei periodi più critici:
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Inverno/Inizio Primavera:
Le api hanno limitate occasioni di volo e non trovano fiori a sufficienza. Il candito bianco, posizionato in cima ai telai o nel nutritore, assicura un rifornimento continuo di carboidrati. -
Fine Inverno / Fine Estate (Candito Proteico):
In questi momenti, la colonia si prepara a una nuova fase di covata o deve riprendersi dopo lo stress estivo. L’apporto proteico può favorire lo sviluppo del corpo grasso, essenziale per la longevità delle api e la protezione dalle malattie.
Quantità e Modalità di Posizionamento
Non esiste una regola fissa per la quantità: dipende dalla forza della famiglia, dal clima e dallo stato di salute dell’alveare. Spesso si parte con qualche panetto da 1 kg, controllando dopo qualche settimana se è stato consumato. Se le api hanno divorato tutto, probabilmente serve rifornirle nuovamente.
Riguardo al posizionamento, molti apicoltori collocano il candito proprio sopra i telai (magari rimuovendo temporaneamente il coprifavo), così che le api possano accedervi dal foro di passaggio del portichetto superiore. Alcuni preferiscono usarlo con un apposito contenitore o un sacchetto di plastica tagliato in modo che le api possano rosicchiarlo da sotto. Ci sono persino nutritori progettati per ospitare alimenti solidi, evitando contatti indesiderati con l’umidità.
Candito Bianco: Il Re dell’Inverno
Il candito bianco rappresenta la scelta più semplice e immediata per chi desidera dare alle api un sostegno energetico senza influire troppo sull’equilibrio nutrizionale. È composto quasi esclusivamente da saccarosio e acqua, talvolta con piccole aggiunte di invertasi per prevenire la cristallizzazione e rendere il candito più “morbido” al morso delle api.
Vantaggi Principali
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Lunga Conservazione: Se ben confezionato, può durare mesi senza perdere la sua consistenza.
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Facilità di Assunzione: Le api lo riconoscono subito come alimento e, se collocato correttamente, lo consumano con costanza.
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Basso Rischio di Fermentazione: A differenza degli sciroppi, non subisce fermentazioni che potrebbero danneggiare la qualità del cibo.
Piccolo Consiglio
Se noti che le api tardano a prendere il candito – magari perché la colonia è poco popolosa o ancora in fase di riposo invernale – puoi spruzzare qualche goccia d’acqua tiepida sulla superficie. Questo piccolo trucco, talvolta, stimola le api a iniziare a consumarlo. Ma occhio a non bagnarlo troppo: l’eccesso di umidità potrebbe indurirlo, rendendolo meno gradevole.
Candito Proteico: Stimolazione e Sostegno nelle Fasi Critiche
Parliamo ora di un altro protagonista: il candito proteico. Aggiungere proteine a un alimento solido zuccherino non è stato solo un capriccio, ma una vera e propria necessità, soprattutto quando manca il polline esterno. Le proteine sono fondamentali per lo sviluppo dei muscoli delle api e per la sintesi di molte sostanze utili all’attività dell’alveare.
Come Funziona il Candito Proteico
In soldoni, fornisce amminoacidi di cui le api hanno bisogno per produrre pappa reale, cera e altre componenti essenziali. In periodi di “polline scarso,” un’integrazione proteica può evitare che la covata sia carente di nutrienti. Tuttavia, come detto, alcune colonie non gradiscono molto il gusto di certi canditi proteici. Proprio per questo, è importante scegliere formule di buona qualità e testare la reazione delle api, magari iniziando con piccole dosi.
Quando Somministrarlo
La raccomandazione generale è in prossimità del fine inverno o verso fine estate, momenti in cui le colonie possono avere bisogno di stimolare la covata o di ripristinare le energie dopo una stagione di lavoro intenso. Alcuni apicoltori lo usano pure in primavera inoltrata, se notano che la fioritura non è sufficiente a coprire il fabbisogno proteico. In ogni caso, conviene fare valutazioni attente: troppo candito proteico non è sempre una buona cosa, e uno spreco di alimentazione proteica potrebbe creare squilibri, oltre a un inutile esborso economico per l’apicoltore.
Candito con Polifenoli e Candito con ApiHerb
Nell’ottica di rafforzare il benessere delle api e fornire loro una sorta di protezione aggiuntiva, sono stati introdotti canditi “arricchiti” con sostanze di origine naturale. Due esempi degni di nota sono quelli con polifenoli e quelli con ApiHerb (o altre miscele similari).
Perché i Polifenoli?
I polifenoli sono composti antiossidanti presenti in frutta, verdura e numerose piante. Svolgono un ruolo protettivo nei confronti dei radicali liberi e, secondo alcune ricerche, potrebbero sostenere il sistema immunitario delle api, migliorandone la risposta a stress e malattie. Anche se non sono certo una “pozione magica,” questi canditi possono fungere da supporto nelle situazioni in cui l’alveare è sottoposto a tensione (malattie, cambiamenti ambientali bruschi, ecc.).
Il Ruolo di ApiHerb
ApiHerb è una miscela erboristica che, in linea di massima, include estratti di piante con effetti antimicrobici, antinfiammatori o stimolanti per l’apparato digerente delle api. L’idea è di aiutare la colonia a mantenere un intestino sano e a contrastare eventuali patogeni come la Nosema (un fungo parassita che colpisce l’ape). Inserire ApiHerb nel candito permette all’apicoltore di somministrare queste sostanze insieme al nutrimento zuccherino, facilitando il tutto in un unico passaggio.
Il Dilemma dell’Appetibilità
A volte si sente dire: “Ho messo il candito proteico, ma le api non lo toccano!” Oppure: “Ho notato che preferiscono nettamente quello bianco.” Sì, le api hanno gusti ben precisi, e l’aggiunta di ingredienti diversi (proteine, erbe, polifenoli) può modificare l’odore e il sapore del prodotto, rendendolo meno invitante.
Come ovviare a questo problema?
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Provare differenti formulazioni (ogni marca o produttore ha ricette leggermente diverse).
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Introdurre piccole quantità miste al candito tradizionale, in modo che le api si abituino pian piano.
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Evitare di somministrarlo in momenti in cui le fonti naturali di cibo sono abbondanti, perché, in quel caso, preferiranno sempre il nettare fresco.
Preparare il Candito in Casa: È Fattibile?
Alcuni apicoltori, specie quelli che amano il fai da te, preparano in casa il proprio candito, facendo bollire zucchero e acqua fino a ottenere una sorta di impasto denso e poi lasciandolo raffreddare in stampi o teglie. A volte aggiungono un pizzico di aceto di mele o di succo di limone per invertire leggermente lo zucchero e renderlo più morbido. Questo procedimento, però, richiede attenzione alle temperature (se si supera un certo punto, lo zucchero caramella e diventa nocivo per le api).
Vantaggi:
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Costo inferiore, soprattutto se si produce in grandi quantità.
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Possibilità di personalizzare la ricetta (aggiungendo piccole dosi di proteine o sostanze naturali).
Svantaggi:
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Rischio di “sbagliare” la cottura, ottenendo un prodotto troppo duro o caramellato.
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Necessità di tempo e spazio per gestire la lavorazione.
Molte persone preferiscono affidarsi a canditi pronti, specie quelli realizzati a livello industriale in ambienti controllati, perché garantiscono una consistenza costante e sicura. Ma, se ti piace sperimentare e hai un po’ di esperienza, nulla vieta di provare a prepararlo in casa.
Stagionalità e Considerazioni Pratiche
Nel bel mezzo dell’inverno, quando fuori fa freddo, il candito può salvare la vita dell’alveare. In certe regioni, soprattutto se il clima è rigido, se ne posiziona uno strato addirittura a inizio dicembre, per poi controllarne il consumo a gennaio e febbraio.
In primavera, invece, si potrebbe fornire candito proteico per dare una spintarella alla nuova covata, soprattutto se la stagione parte lenta e manca ancora un’abbondante fioritura. Poi c’è chi usa il candito anche in autunno avanzato, dopo aver asportato i melari, per garantire che le api affrontino la stagione fredda con scorte adeguate.
Ciò che conta è monitorare la famiglia: ogni alveare fa storia a sé, e occorre un po’ di buon senso. Se le api non toccano il candito, magari è segno che le scorte interne sono ancora sufficienti, oppure che hai scelto il momento sbagliato. D’altra parte, se lo divorano in pochi giorni, forse il tuo alveare era già in deficit di cibo.
Considerazioni Ecologiche e Qualità dei Prodotti
Un aspetto spesso sottovalutato è la qualità degli zuccheri impiegati per produrre il candito. Ricorda che le api – e il miele che producono – risentono della purezza del cibo che ricevono. Se decidi di comprare candito commerciale, affidati a marchi che garantiscano standard elevati e che non includano coloranti o conservanti potenzialmente nocivi.
E le questioni ambientali?
Da un punto di vista ecologico, l’uso di candito non crea particolari problemi, purché si evitino sprechi e si gettino correttamente gli imballaggi. Nella produzione in casa, invece, potresti scegliere zucchero biologico o equo-solidale, se desideri ridurre il tuo impatto ambientale e supportare filiere più sostenibili.
Conclusioni
Se dovessimo riassumere in poche righe:
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Candito Bianco: indispensabile nei periodi più freddi, semplice e ben tollerato dalla maggior parte delle colonie.
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Candito Proteico: indicato per la stimolazione e l’apporto di proteine, utile soprattutto nella fase di pre-covata o dopo estati lunghe e stressanti.
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Candito con Polifenoli o ApiHerb: una marcia in più per sostenere il sistema immunitario, specie in situazioni di squilibrio o potenziali patologie.
Naturalmente, la regola aurea è: guarda le tue api, valuta il contesto climatico, monitora le scorte interne dell’alveare e intervieni solo quando serve davvero.
