In questa guida spieghiamo come conservare il polline.
Il polline appena raccolto con l’ausilio delle trappole contiene molte impurità. Nel caso di piccole quantità, l’apicoltore può eliminare le particelle estranee (parti d’api, frammenti di cera, ecc.) facendo una cernita a mano. Per grosse quantità si usano vibratori con griglie a maglie decrescenti. La selezione è inoltre utile poiché le dimensioni delle pallottoline variano da 1 a 4 mm ed il valore commerciale del prodotto è più elevato se le partite contengono pallottoline della stessa dimensione.
Il polline sottratto alle api è impiegato come alimento energetico o per vari usi in apiterapia perché contiene in quantità elevata sostanze utili al· l’organismo umano: zuccheri, amino acidi essenziali, vitamine, enzimi, ormoni, sali minerali. Questa varietà di componenti costituisce però un substrato particolarmente favorevole allo sviluppo di microrganismi, acari e insetti, che in breve tempo rendono il’ prodotto non più commerciabile. Inoltre, il polline appena raccolto dalle api contiene una percentuale di acqua abbastanza elevata che, durante le giornate umide e piovose, può anche essere superiore al 20 % in peso; questa umidità, in condizioni favorevoli di temperatura, favorisce la degradazione del polline.
L’ape conserva il polline nei favi dell’alveare trattandolo con secreti delle ghiandole e con piccole quantità del contenuto dell’ingluvie, pressandolo nelle cellette e impermeabilizzando il tutto con un sottile velo di propoli ricco di sostanze antibiotiche).
Tenuto conto delle quantità relativamente elevate e del tempo che intercorre mediamente tra la raccolta e l’utilizzo, il polline per il consumo umano può essere vantaggiosamente conservato tenendolo a basse temperature oppure disidratandolo parzialmente.
Nel primo caso, il prodotto mantiene inalterate tutte le sue qualità. Il procedimento adottato consiste nel congelare a – 20gradi il polline appena raccolto e immagazzinato in contenitori scuri, chiusi ermeticamente. Purtroppo questo procedimento implica il consumo del prodotto appena viene prelevato dal congelatore e scongelato.
La conservazione del polline mediante disidratazione parziale è il procedimento classico. Tra i numerosi sistemi sperimentati non possiamo dimenticare il più semplice, che potremmo chiamare sistema naturale, il quale consiste nell’esporre il polline al sole. Questo metodo non è però consigliabile perché distrugge tutte le sostanze fotosensibili, mentre le sostanze termolabili si degradano se si usano stufe o forni a temperatura elevata. Risulta essere auspicabile invece l’utilizzo di essiccatoi appositi in cui una corrente d’aria calda, generata da una resistenza elettrica abbinata ad un ventilatore, investe il polline disposto in strato sottile su vari piani. La temperatura della corrente d’aria non deve superare i 40 gradi. Un piccolo essiccatore della capacità di 5 Kg riesce, nel giro di 2-4 ore, a portare la percentuale di umidità su valori prossimi all’8 %.
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- Regolazione manuale della temperatura o con programmi preimpostati per ogni tipologia di alimento
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Il polline disidratato, collocato in contenitori scuri a perfetta tenuta stagna e immagazzinato in frigorifero ad una temperatura oscillante tra 0 e 4 gradi e, mantiene integre tutte le sue proprietà fino al momento del consumo da parte dell’uomo.