In questa guida spieghiamo quali sono le caratteristiche del miele di Acacia.
La robinia è una pianta di origine americana: sono circa venti le specie che appartengono a questo genere e che si trovano in America settentrionale e centrale. In Europa è presente solo la falsa acacia, cioè la Robinia pseudacacia L. Le varietà sono numerose, R. pseudacacia pyramidalis ha chioma assurgente, mentre la varietà R. p.ubriciana ha forma pendula e R. p. purpurea ha fogliame rossastro. Le varietà R.p.unbraculifera e R.p. bessoniana sono prive di spine e, la seconda, ha chioma globosa. Al nord, la robinia si spinge fino in Irlanda anche se, come pianta ornamentale, si ritrova anche nella penisola scandinava. In Italia è distribuita su una fascia altimetrica che va dal livello del mare fino a più di 1.000 metri (oltre 1.500 nel sud), dove occupa una superficie di circa 100.000 ettari: solo in Piemonte i boschi di robinia si estendano su una superficie di 85.000 ettari .Oltre che in Piemonte, la robinia è diffusa principalmente in Lombardia, Veneto e Toscana e si sta diffondendo velocemente in altre regioni. Risulta essere una specie rustica, con minime esigenze, climaticamente mesofila, ma capace di sopportare la siccità estiva. Non presenta esigenze particolari di terreno, anzi lo migliora (si tratta di una leguminosa, come tale vive in simbiosi con batteri azotofissatori); esige una luce intensa, ma può sopportare, negli stadi giovanili, un parziale aduggiamento. Risulta essere ritenuta pianta infestante poiché, a causa della sua forza pollonifera, rigetta abbondantemente se ripetutamente tagliata, prendendo il sopravvento sulle specie locali. Il legname della robinia, molto più usato all’estero che in Italia, è duro, di lunga durata, resistente alla rottura, elastico, lavorabile e poco soggetto alle alterazioni.
Le doti ornamentali di alcune forme di robinia sono il motivo della sua diffusione in Europa; pare vi sia giunta all’inizio del secolo XVII inviata a Jean Robin, erborista del re Enrico IV di Francia. Più tardi Linneo denominò il genere riferendosi al cognome Robin. In Italia apparì più tardi, verso la fine del secolo XVIII, sporadicamente e quale pianta da giardino; dimostratasi subito vigorosa e di facile adattamento a diversissime condizioni pedoclimatiche, passò ad usi forestali, tanto che già nel secolo scorso era considerata più pianta da bosco che da giardino.
In Italia la robinia è rintracciabile ovunque, forma siepi arbustive lungo le strade e le ferrovie, oppure, in portamento arboreo, è mescolata a molte altre specie, spontaneizzata con querce, castagni, pini. Risulta essere la specie esotica più diffusa in Italia ed in Europa, in particolare nelle regioni danubiane. Tra i diversi tipi di miele quello di robinia è senza dubbio il più estesamente conosciuto ed apprezzato in Italia. Risulta essere la qualità uniflorale più diffusa nei punti vendita della grande distribuzione; la produzione nazionale è largamente insufficiente a soddisfare le richieste e ogni anno ne vengono importati grandi quantitativi dai Paesi dell’Est Europeo e dalla Cina. I mieli di robinia di origini geografiche diverse possono essere differenziati grazie ai pollini di accompagnamento che permettono, almeno per i prodotti più diffusi e meglio conosciuti, un agevole riconoscimento
Indice
La pianta
Specie a portamento arbustivo o arboreo (altezza fino a 20-25 m) con spine e fiori bianchi in grappoli, appartenente alla famiglia delle leguminose.
Importata in Europa dal Nord America all’inizio del XVII secolo da Jean Robin, da cui prende il nome. Apparsa in Italia alla fine del sec. XVIII, inizialmente come pianta ornamentale, poi per consolidare i terreni e gli argini di strade e ferrovie.
Attualmente diffusa su tutto il territorio nazionale, spesso con carattere di pianta infestante.
Habitat: scarpate, incolti, siepi (0-1000 m s.l.m.).
Fioritura: aprile, maggio.
Potenziale mellifero: molto buono
Zona di produzione
In Italia produzioni consistenti si ottengono nella zona prealpina (Piemonte, Lombardia, Veneto) e lungo la dorsale appenninica (Toscana, Emilia-Romagna); partite di discreta purezza vengono raccolte anche in altre zone (Abruzzo e Campania).
Il miele
La produzione di nettare è molto elevata e permette un’ottima produzione qualitativa e quantitativa di miele, anche se molto variabile negli anni. Il miele di robinia presenta un’elevatissima concentrazione di fruttosio (59-60%) che lo rende stabilmente fluido. Risulta essere relativamente povero in sali minerali ed in polline; per dichiarare un miele uniflorale di robinia è sufficiente una presenza di granuli pollinici di questa pianta nella misura del30% (I classe di rappresentatività), contro il45% richiesto per i pollini normalmente rappresentati.
Risulta essere molto stimato e gradito poiché riunisce caratteristiche quali stato fisico permanente liquido, colore chiaro, odore e sapore molto delicati, elevato potere dolcificante.
L’alto contenuto in fruttosio determina la scarsa tendenza alla cristallizzazione e l’elevato potere dolcificante.
Dal punto di vista della composizione si caratterizza per basso contenuto in sali minerali, in enzimi e in acidità.
Trattandosi di un miele liquido si scioglie facilmente ed è perfetto per dolcificare caffè, tè e altre bevande, senza alterarne il sapore. Risulta essere ideale per sciroppare o candire la frutta, ma anche gli ortaggi. Può essere utilizzato negli impasti per dolci e pane e per preparare macedonie. Si abbina perfettamente ai formaggi freschi, ma anche alle ricotte stagionate e ai formaggi erborinati a bassa stagionatura.
Anche piccole quantità di altri nettari che si aggiungano al raccolto principale possono contaminare il prodotto finale, rendendolo semplicemente un millefiori. Lo stesso vale per raccolti aromatici precedenti (tarassaco nelle prealpi ed erica in Toscana) o, più raramente, seguenti (ailanto, melate). Gli effetti sono evidenti sull’aroma, sul colore, sulla composizione e, conseguentemente, sulla cristallizzazione. Per ridurre l’incidenza di questi fenomeni è indispensabile una buona conoscenza del territorio e delle risorse nettarifere, tempismo nella posa e nel prelievo dei melari; ciò può richiedere una successiva deumidificazione in laboratorio. Un altro difetto che si può riscontrare nel miele di robinia è di ritrovare odore e/o aroma di naftalina (usata impropriamente per proteggere dall’attacco della tarma della cera i favi dei melari immagazzinati), di acido fenico o di benzaldeide (usati, irragionevolmente, per allontanare le api dai melari al momento della raccolta), di fumo (prodotto con materiali inidonei o usato eccessivamente durante le visite e alla raccolta), di timolo (usato per la lotta alla varroa), di covata (qualora si smielino favi vecchi precedentemente covati). Eventuali impurità sono messe in rilievo in caso di mancate o incomplete operazioni di decantazione e filtrazione. Il miele di acacia è liquido. Tuttavia alcuni fattori possono innescare un processo di cristallizzazione.
Tra questi, tralasciando la presenza di mieli inquinanti
-il contenuto d’acqua che incide sulla percentuale di glucosio “cristallizzabile”, in eccesso cioè rispetto al punto di saturazione
-formazione di microcristalli per agitazione durante il passaggio nelle pompe
-formazione di microcristalli per presenza di residui di cera dovuti all’uso di disopercolatrici automatiche. Questo difetto può essere eliminato stabilmente con un riscaldamento moderato (40- 45°C) che sciolga i microcristalli o i cristalli già visibili. Oppure può essere prevenuto sottoponendo i melari a un riscaldamento ancora più moderato (30-35°C) ed estraendo il miele a questa temperatura, in modo che i microcristalli non si formino.
Caratteristiche organolettiche
Esame Visivo
-Stato Fisico. Tendenza a cristallizzare molto bassa. Resta liquido a lungo, può intorbidirsi per la formazione di cristalli ma non cristallizza mai completamente.
-Colore. Da quasi incolore a giallo paglierino chiaro.
Esame Olfattivo
-Intensità odore. Al massimo di debole intensità
-Descrizione odore. Non particolarmente caratteristico in quanto il maggiore elemento diagnostico è l’assenza di odori marcati. Nei campioni più puri e caratteristici può essere descritto come leggermente floreale, può ricordare il profumo dei fiori di robinia; generico di miele, di cera nuova; di pera cotta; di carta
Esame Gustativo
-Sapore. Da normalmente a molto dolce, normalmente acido
-Intensità Aroma. Di debole intensità.
-Descrizione Aroma. Non particolarmente caratteristico in quanto l’elemento maggiormente diagnostico è l’assenza di aromi marcati: poco aromatico e perciò poco caratterizzato, delicato, tipicamente vanigliato, confettato, di sciroppo zuccherino.
-Persistenza. Poco persistente.
Caratteristiche Fisico Chimiche del Miele
Mieli di Acacia più Venduti
Nella seguente tabella è possibile trovare una lista dei mieli di acacia più venduti online con il relativo prezzo. Cliccando sui vari prodotti viene mostrata in una pagina in cui è possibile leggere le opinioni e le recensioni degli acquirenti.