In questa guida spieghiamo quali sono le caratteristiche del miele di Agrumi.
Indice
La pianta
Le diverse specie di Citrus (arancio, limone, mandarino, clementine, bergamotto, cedro, pompelmo, ecc.) sono alberi sempreverdi (altezza 2-6 m) con foglie a lamina ovoidale-ellittica e fiori intensamente profumati a corolla biancastra, con sfumature rosate in alcune specie.
In Italia vengono coltivate nelle regioni meridionali e insulari, dove il clima è tale da consentirne lo sviluppo (fascia dell’Oleo-Ceratonium).
Habitat: specie coltivate (0-600 m s.l.m.).
Fioritura: primaverile, più o meno prolungata secondo la specie (aprile – ottobre, gennaio – dicembre per il limone).
Potenziale mellifero: molto buono.
Arancio
L’introduzione nel bacino del Mediterraneo è relativamente recente e si ritiene risalga ai primi secoli dell’era cristiana sotto le vesti dell’arancio amaro. L’arancio dolce compare in Europa solo dopo il Mille e si ritiene sia stato portato dai portoghesi grazie alle spedizioni nelle Indie. Il nome arancio troverebbe la propria origine nell’arabo “narangi”, derivato a sua volta dal persiano o dal sanscrito “nagarang’a”, che secondo il Pianigiani, significava “frutto favorito dagli elefanti”. Secondo altri glottologi la parola “aurantium” dei latini può originare anche dal vocabolo “aureum” e quindi significherebbe “albero dai frutti aurei”. L’arancio è pianta longeva e può vivere oltre cento anni, ma economicamente dura meno e raggiunge lo stadio della piena produzione verso il ventesimo anno.
Risulta essere alto 10-12 metri; la media peraltro è di 6-7 metri. La chioma è compatta e le foglie sono ovate, a margine intero o appena dentate; il picciolo, alato in forma accennata nell’arancio dolce, è evidente in quello amaro. In quest’ultimo le foglie sono profumate. Le spine sono molto piccole nell’arancio dolce e di maggior lunghezza in quello amaro. I fiori, di dimensioni maggiori nell’arancio amaro, sono profumati in entrambe le specie, ma il profumo dell’arancio amaro è più intenso. Sono solitari o riuniti in fascetti o in piccoli grappoli ascellari, hanno perianzio di cinque sepali con lobi calicini arrotondati. Il numero degli stami è pari a quattro volte il numero dei petali. L’ovario è supero, costituito da nove-quindici carpelli. Il frutto è una bacca tipo esperidio, di forma rotonda o subsferica;la buccia – liscia e di colore dal giallo al rosso vinoso nell’arancio dolce e ruvida, rugosa, amarissima, giallo-rossiccia in quello amaro – è costituita da un esocarpo, flavedo, nel quale si trovano numerose tasche lisigene ricche di oli essenziali; queste sono appoggiate al mesocarpo bianco e spugnoso, albedo. L’endocarpo, suddiviso in tanti settori avvolti da una sottile membrana, è formato da vescicole pluricellulari contenenti il succo. Nell’arancio amaro i semi sono numerosi, mentre quello dolce ne contiene pochi o nulla. Una specifica caratteristica dei semi di arancio è la poliembrionia. L’arancia deriva il suo pregio da tre suoi componenti: lo zucchero,le vitamine (A,gruppo B, C) e i sali minerali.All’alto contenuto di vitamina C si deve l’azione terapeutica preventiva e curativa in tutti i caso di scorbuto conclamato, ed in tutte le altre forme che allo scorbuto si connettono. Esistono due specie: C. aurantium L., detta “arancio amaro” o “melangolo” e C. aurantium var sinensis L., o Citrus sinensis (L) Osbeck, chiamata arancio dolce. L’utilizzo dell’arancio amaro è industriale per la presenza nelle foglie, nei frutti e nei fiori di cellule oleifere e di principi aromatici. Dalla scorza si estrae l’essenza; dalle foglie e dai polloni si ricava, per distillazione, l’essenza di Petit grain; dai fiori, per estrazione con solventi volatili, si ha l’essenza di Neroli, da Flavia Orsini principessa di Neroli che alla fine del sec. XVII ne introdusse la moda. Dal frutto (polpa e scorza) si ha una confettura di pregio, come pure il “Curacao” ed altri liquori. L’arancio dolce è originario della Cina. Comprende un insieme di varietà classificate da diversi autori in gruppi distinti, ma i caratteri non sono costanti e le identificazioni non sono facili. Le cultivar coltivate in Italia sono numerose, tra queste: Ovale o Calabrese, Belladonna, Tarocco, Moro, Sanguinello comune,Washington Navel,Valencia late, Jaffa.
Limone
Si tratta di un piccolo albero a lunghe branche irregolari, con brevi spine forti e rigide sui rametti lignificati, a portamento aperto, procombente per i rami a frutto ed assurgente per i getti a legno. Le foglie, persistenti, sono di colore verde pallido, di forma allungato-ovata, appuntiti in sommità, a margini dentati, sempre alterne. I fiori sono isolati, talvolta accoppiati in mazzetti, piuttosto grandi, localizzati all’ascella delle foglie, di colore bianco sfumato di rosso porpora. I frutti sono ovali allungati, isolati o raggruppati, composti da otto-dieci segmenti, contengono molti o pochi semi, talora abortiti; di colore giallo chiaro, hanno una sottile buccia (o scorza) a superficie liscia piuttosto che rugosa, sempre riccamente provvista di produzioni glandolari. La polpa è assai abbondante ed i succhi hanno acidità variabile a seconda delle varietà. I semi sono piccoli, spesso mancanti. Il limone è specie rifiorente; in altre parole porta contemporaneamente sulla stessa pianta fiori e frutti in diversi stadi di maturazione. Si hanno frutti specifici per ogni fioritura. Fioritura di marzo. Dà origine al marzano o malsano, frutto tozzo, con base larga, ordinariamente privo di semi, a buccia spessa e ruvida, succo acido e maturazione in settembre-ottobre. Fioritura di aprile-maggio. Origina il limone propriamente detto, provvisto di semi, con succo fortemente acido e maturazione da settembre ad aprile. Fioritura di giugno-luglio. Genera il jancuzzo o biancuzzo, che ha buccia spessa e rugosa, e matura da aprile a maggio. Fioritura di agosto-primi di settembre. Origina il verdello, meno sfusato del limone, a buccia sottile, liscia, pochi semi striminziti, maturazione da giugno ad agosto. Fioritura di fine settembre. Genera l’agostaro, simile al verdello, ma meno sfusato, e matura da agosto a settembre. Fioritura di ottobre. Origina il bastardo, sferico, buccia spessa, semi abortiti, succo lievemente acido e maturazione da settembre ad ottobre. Oltre a quelli descritti il limone dà frutti con caratteristiche intermedie come la marzanella, il limone ammarzanato, il limone jancuzzato.
Zona di produzione
Nel nostro Paese si ottengono produzioni nelle zone a coltivazione intensiva di queste specie, nelle zone meridionali e insulari: principalmente Sicilia e Calabria ma rientrano nelle regioni produttrici anche Puglia, Basilicata, Campania, Sardegna e Lazio.
Il miele
Con il termine “miele di agrumi” si indicano tutti i mieli prodotti sulle varie specie coltivate di Citrus.
Il miele di agrumi rappresenta uno dei prodotti uniflorali più conosciuti ed apprezzati nel mondo intero. In Italia è secondo, per diffusione nei punti vendita e nelle preferenze del consumatore, solo al miele di acacia. La produzione uniflorale si ha soprattutto dove questa cultura assume carattere intensivo e la fioritura avviene in un periodo definito (e non protratto, e quindi sovrapposto ad altre fioriture, come spesso avviene ai tropici); in particolare sono note le produzioni di Messico, California, Florida, Israele, Spagna e Italia. Nel nostro Paese si produce principalmente in Sicilia e Calabria, ma anche Puglia, Basilicata, Campania, Sardegna e Lazio rientrano nelle regioni produttrici. In Italia, il miele di agrumi più comunemente prodotto è di arancio o di agrumi misti: più rari i mieli di un’unica varietà diversa dall’arancio (limone, mandarino, bergamotto, cedro); in Israele sono noti mieli di pompelmo, in Corsica, i mieli di clementino. Le differenze tra un’origine e l’altra sono poco conosciute e anche a livello di analisi spesso non ci sono elementi sufficienti per verificare se queste denominazioni specifiche, di sicura presa sul consumatore, sono usate correttamente
Ideale per la preparazione di dolci da forno, per dolcificare e aromatizzare yogurt, dessert a base di crema e panna montata, viene valorizzato negli usi a freddo. Innumerevoli sono gli abbinamenti possibili con questo miele. Lo si può usare per frittate, insalate di ortaggi primaverili, fantasiose vinaigrettes, con pesce crudo e cotto e formaggi a pasta filata di varia stagionatura, come scamorza, provola, caciocavallo e mozzarella.
Caratteristiche organolettiche
Esame Visivo
-Stato Fisico. Cristallizza spontaneamente alcuni mesi dopo il raccolto, con cristalli variabili (da piccoli a grossolani) in relazione alle condizioni d’umidità e di conservazione.
-Colore. Allo stato liquido da quasi incolore a giallo paglierino; allo stato cristallizzato varia da bianco, a volte perlaceo, a beige chiaro.
Esame Olfattivo
-Intensità odore. Di media intensità.
-Descrizione odore. Caratteristico, floreale, il miele fresco ha un odore più intenso che ricorda il profumo dei fiori di zagara, fragrante; con il tempo si sviluppa un odore meno fresco e intenso e meno floreale, più fruttato, simile a quello della marmellata d’arancia.
Esame Gustativo
-Sapore. Da normalmente a molto dolce, normalmente acido, a volte lievemente acidulo
-Intensità Aroma. Di media intensità
-Descrizione Aroma. Caratteristico, corrispondente a quanto descritto per l’odore.
-Persistenza. Mediamente persistente.
Caratteristiche Fisico Chimiche del Miele
Mieli di Agrumi più Venduti
Nella seguente tabella è possibile trovare una lista dei mieli di agrumi più venduti online con il relativo prezzo. Cliccando sui vari prodotti viene mostrata in una pagina in cui è possibile leggere le opinioni e le recensioni degli acquirenti.