In questa guida spieghiamo quali sono le caratteristiche del miele di Tarassaco.
Secondo alcuni autori al genere Taraxacum appartengono 25 specie, secondo altri oltre 60.Una tale discrepanza nasce dal fatto che all’interno delle singole “specie” è possibile distinguere numerose “stirpi”, caratterizzate da caratteri costanti, per quanto localizzate territorialmente.
La causa di questo fenomeno è l’apogamia, che si manifesta sostanzialmente a causa dei processi di poliploidizzazione. Nelle nicchie ecologiche fortemente compromesse dall’azione dell’uomo l’apogamia si presenta con maggior frequenza che non negli ambienti naturali.
In Italia l’unica specie presente diploide, con normale riproduzione sessuale, è T glaciale, pianta endemica solo sull’Appennino abruzzese è rarissima. Tutte le altre specie sono polipoidi.
Per meglio precisare la complessità consideriamo la specie più diffusa in Italia, T. officinale, non viene classificata in realtà come una specie unitaria, ma piuttosto come un aggregato comprendente numerose stirpi apogame (agamospecie), non ancora completamente note.
Taraxacum è diffusissimo; il centro di origine è l’Asia Centrale ed Occidentale e attualmente si trova in tutte le regioni temperate degli emisferi settentrionale e meridionale, fino al limite artico, dal livello del mare al piano montano.
In Italia il genere è diffuso ovunque, particolarmente negli incolti e nei prati stabili e ben concimati. Risulta essere una discreta foraggiera, ma è considerata infestante a causa della bassa resa alla fienagione.
Indice
La Pianta
Le piante, perenni e rustiche, si adattano a condizioni ambientali variabili e ad ogni tipo di terreno.
Dispongono di una grossa radice a fittone contenente abbondante latice amarognolo.
Le foglie intere, dentate o sinuate e di differente forma sono disposte a rosetta.
I fiori, generalmente gialli, sono riuniti in infiorescenze alla estremità di uno scapo cavo, privo di foglie.
Il frutto è un achenio allungato che si prolunga in un rostro aperto superiormente in numerose setole originanti la tipica infruttescenza.
Il nettario (nel T.officinale) è posto sopra l’ovario, attorno alla base dello stilo. Il nettare prodotto è ricco di zuccheri (18-51%), e tra essi prevale il glucosio (45,4%).
Le antere formano, saldate tra loro, una sorta di tubo attraverso il quale lo stilo allungandosi sospinge il polline, rendendolo fruibile agli insetti.
Il Miele
Il polline è presente in percentuale superiore al 5% (classe di rappresentatività: II-III).
Il polline di tarassaco, di colore arancione vivace, viene liberato prevalentemente nelle ore del mattino. Il tarassaco è ricercato dalle api sia per il nettare sia per il polline, è spesso competitivo nei confronti dei fiori dei fruttiferi e ne limita l’impollinazione. I fiori del tarassaco si chiudono alle prime ore del pomeriggio, riaprendosi solo la mattina successiva. In annate favorevoli si possono ottenere discreti raccolti di miele di tarassaco.
Indipendentemente dalla produzione di miele la fioritura di tarassaco rappresenta un importante fattore per lo sviluppo primaverile delle famiglie di api. Allo stato uniflorale il miele di
tarassaco si produce molto raramente in Italia, limitatamente ad alcune regioni del Nord: relativamente più comuni sono i mieli misti di tarassaco, salice, crucifere e fruttiferi che si considerano uniflorali in quanto fortemente
caratterizzati sia dal punto di vista organolettico che compositivo.
Il nettare di tarassaco possiede, infatti, un forte odore ed è molto comune ritrovarne traccia nei primi mieli primaverili e anche in quelli di smelatura più tardiva, dove spesso costituisce un difetto (per esempio nei mieli uniflorali di robinia).
Una delle caratteristiche più evidenti è la rapida cristallizzazione, dovuta all’alto contenuto in glucosio. Come in altri mieli primaverili è frequente un eccesso d’acqua e presenta quindi una elevata probabilità di fermentazione: è uno dei mieli per i quali può essere consigliabile una deumidificazione con circolazione di aria calda o con deumidificatore. Il fatto che la cristallizzazione avvenga in modo rapido porta quasi sempre a una consistenza pastosa/cremosa nei mieli che hanno circa il 18 – 19 % d’acqua o compatta/dura nei mieli deumidificati.
Chi punta alla massima produzione di miele deve impostare per tempo la preparazione delle famiglie, cominciando con l’invernamento (alveari con almeno 7-8 favi coperti di api), scegliendo la postazione ideale e, quindi, prevedendo in primavera la nutrizione stimolante. Non è difficile, in tale situazione, arrivare a porre il secondo e, spesso, il terzo melario. A questo punto quasi tutte le famiglie sciamano o, comunque, entrano in febbre sciamatoria.
In entrambe le situazioni il raccolto successivo è compromesso, perché per esso non risultano pronte spesso neppure la metà delle famiglie dell’apiario; il raccolto principale risulterà poi essere il castagno o l’alta montagna.
Attualmente va sempre più assottigliandosi il numero degli apicoltori che cercano questo indirizzo produttivo, perché l’acacia ha assunto tale importanza commerciale da soppiantare anche i più pregiati mieli di alta montagna.
Il tarassaco si rivela, dunque, fondamentale per la preparazione delle famiglie. Questo fatto non vuol dire che si rinunci a priori alla produzione di miele, ma che essa passa in secondo piano rispetto alla formazione/sviluppo di nuclei e famiglie. La situazione ottimale si verifica quando pressoché tutte le famiglie sono in grado di immagazzinare miele nei melari, anche se la produzione si limita a 5-10 kg per cassa. La posa di molti doppi o terzi melari
spesso si accompagna ad una più difficile gestione della sciamatura.
Il raccolto, infatti, molto ricco sia in nettare che in polline stimola la produzione di covata e anche le regine giovani possono entrare in febbre sciamatoria. Durante tutto il raccolto del tarassaco è, quindi, essenziale l’intervento dell’apicoltore che cerca di pareggiare le famiglie e, con la covata e le api in esubero, produce sciami artificiali. Anche le annate più sfortunate con piogge e nevicate sul raccolto, consentono comunque lo sviluppo ottimale delle famiglie. Poche ore di sole permettono la
riapertura dei fiori ed un improvviso abbondante raccolto.
La gestione dell’apiario sul tarassaco è, quindi, molto delicata ed è il trampolino di lancio per tutta la stagione. Il raccolto successivo sulla robinia, provocando un più o meno parziale blocco di covata, potrà semplificare il lavoro dell’apicoltore.
Caratteristiche organolettiche
STATO FISICO: cristallizzato, generalmente a grana grossa.
COLORE: giallo limone quando puro, beige quando in miscela con crocifere, beige rosato quando prevale il salice.
ODORE: è molto forte, ammoniacale o vino-so/marsalato.
SAPORE: non eccessivamente dolce.
AROMA: percepito spesso come fresco, saturante, simile all’infuso di camomilla, persistente.
Come tutti i mieli fortemente aromatici deve essere destinato a un pubblico di amatori, che peraltro esistono. Meno facile il tentativo di mascherarne l’aroma miscelandolo con altri mieli.
Mieli di Tarassaco più Venduti
Nella seguente tabella è possibile trovare una lista dei mieli di tarassaco più venduti online con il relativo prezzo. Cliccando sui vari prodotti viene mostrata in una pagina in cui è possibile leggere le opinioni e le recensioni degli acquirenti.