Rosmarinus officinalis L. (rosmarino) è specie fiorita per gran parte dell’ anno e molto diffusa sulle coste del Mediterraneo, in particolare in Nord Africa, Spagna, Francia e Iugoslavia. Il rosmarino è ricercatissimo da Apis mellifera L., che vi bottina nettare fornendo, nelle zone summenzionate, notevoli partite di caratteristici mieli uniflorali, chiarissimi e aromatici. Su R. officinalis l’ape raccoglie anche polline, che viene ammassato in pallottoline giallo-grige. In Italia, data la limitata diffusione della specie sia come pianta spontanea che coltivata, non si ottengono mieli uniflorali; il rosmarino costituisce tuttavia un’ottima risorsa per l’apicoltura soprattutto nel periodo primaverile. In R. officinalis il nettare viene prodotto da un disco nettarifero situato attorno all’ovario.
Indice
Ambiente
Specie tipica dell’area mediterranea, Rosmarinus officinalis L., il noto rosmarino, è spontaneo in macchie e garighe. Risulta essere comunemente coltivato in zone a clima temperato e vegeta anche nel nord dell’Italia, soprattutto in luoghi esposti a sud e riparati da freddi eccessivi; sembra naturalizzato in alcuni ambienti lacustri. Il rosmarino è pianta assai rustica che predilige terreni calcarei; la moltiplicazione avviene per talea o margotta. R. officinalis può subire danni da parte di insetti che provocano nelle foglie vistose depigmentazioni con le punture di nutrizione o che divorano la lamina fogliare. Il rosmarino trova largo impiego in cucina come pianta aromatica ed è utilizzato in profumeria per la sua ricchezza di oli essenziali; è anche noto come pianta officinale.
Descrizione
R. officinalis è un arbusto sempreverde alto fino a 2 m, con rami prostrato-ascendenti. Le foglie sono lineari, lunghe 1,5-3,5 cm; hanno margini revoluti ed appaiono lucide e di color verde intenso nella pagina superiore, biancastre nella pagina inferiore per tomentosità. I fiori, riuniti in racemi ascellari o terminali e tipicamente bilabiati, sono di colore azzurro-violetto, con 2 stami, uno stilo, stimma bifido e ovario a 2 carpelli che, fruttificando, dà origine a 4 acheni; il calice, bilabiato e tomentoso, presenta 5 denti
Periodo di fioritura
La fioritura del rosmarino si verifica, in zone calde, durante tutto l’arco dell’anno, in altri luoghi tra la primavera e l’autunno
Nettari
In R. officinalis un disco nettarifero circonda la base dell’ovario, producendo circa 0,8-1,1 mg di nettare al giorno. La concentrazione zuccherina del nettare è elevata e va dal 24, 7% al 64%, con valori medi intorno al 40%. Nel nettare lo zucchero più abbondante è il saccarosio (circa 61%); fruttosio e glucosio figurano in percentuali pressoché uguali, con leggera prevalenza di quest’ultimo.
Polline
R. officinalis ha granuli pollinici stefanocolpati, con 6 colpi distribuiti irregolarmente che appaiono esagonali in visione polare e ovaIari in visione equatoriale
Interesse apicolo
Apis mellifera L. è fortemente attratta dai rosmarini in fioritura: vi raccoglie grandi quantità di nettare e anche polline, che ammassa in pallottoline giallo-grige. L’ape è il più assiduo pronubo di R. officinalis; questa pianta può fornire, particolarmente in Spagna e nel Nord Africa (Marocco, Algeria), quindi in Francia, notevoli quantità di mieli uniflorali; le postazioni ricche di rosmarino sono spesso meta di apicoltori nomadi. In Italia R. officinalis è molto diffuso ma non in concentrazioni tali da consentire produzione di miele; esso costituisce comunque una buona fonte mellifera soprattutto all’inizio della primavera.
Il potenziale mellifero della specie viene valutato in 101-200 kg di miele per ettaro. I mieli di rosmarino sono chiarissimi, cristallizzano rapidamente con granulazione fine e presentano aroma e gusto caratteristici e molto apprezzati. Il contenuto in ceneri di tali mieli è molto basso; tra gli zuccheri il fruttosio prevale di poco sul glucosio, il saccarosio può arrivare oltre il 3%, il maltosio è intorno al 7-10%. Il polline di R. officinalis si può ritenere iporappresentato nei mieli, essenzialmente a causa della morfologia fioraIe: i 2 stami infatti vengono a contatto con il dorso degli insetti pronubi, quando questi si posano sul labbro inferiore del fiore per suggerne il nettare, depositandovi del polline. La consueta caduta di polline nel nettare, provocata in buona parte, nella maggioranza delle piante entomogame, dallo sfregamento degli impollinatori contro le antere risulta quindi diminuita. Nei mieli uniflorali di rosmarino il contenuto di granuli pollinici va dal 9% all’80%. Il tenore assoluto di elementi figurati vegetali (granuli pollinici ed elementi di melata) è di solito inferiore a 20.000/10 g di miele; all’analisi melissopalinologica quantitativa tali mieli risultano appartenenti alla prima classe. Per quanto riguarda l’Italia polline di R. officinalis siritrova in mieli di regioni del centro-sud come Lazio e Sicilia, ma sempre in percentuali molto basse.