Taraxaeum offieinale Web., diffuso nelle regioni temperate e fredde di gran parte della terra, in Italia cresce un po’ ovunque nei luoghi erbosi dal livello del mare fino in alta montagna. Il tarassaco, detto anche soffione o dente di leone, è molto frequente negli incolti e nei prati stabili concimati dove può raggiungere forti densità e, pur essendo una discreta foraggera, viene considerato infestante ed è combattuto a favore di piante più utili poiché non dà buone rese alla fìenagione.
Indice
Descrizione
Il tarassaco è una pianta perenne e poliforma che può raggiungere dimensioni variabili, da pochi cm fino oltre 50 cm. La radice è piuttosto grossa e allungata a forma di fuso; le foglie sono tutte basali, disposte a rosetta e profondamente incise; i fiori singoli, detti flosculi, piccoli e di colore giallo dorato hanno forma a linguetta e sono riuniti in capolini, parecchi per pianta e situati alla sommità di steli cavi; l’involucro dei capolini è costituito da brattee disposte in diverse serie; i frutti sono acheni allungati, bruni a maturità con un lungo becco e un pappa di colore bianco che ne facilita la dispersione ad ogni soffio di vento. La pianta è ricca di latice bianco. Le foglie tenere vengono impiegate nell’alimentazione; in erboristeria è usata soprattutto la radice, che ha proprietà diuretiche, amaro-toniche, colagoghe e leggermente lassative.
Periodo di fioritura
Il tarassaco presenta una fioritura principale in primavera tra marzo e maggio, ma continua a fiorire fino in autunno.
Nettari
Il tarassaco ha un nettario ad anello posto sopra l’ovario attorno alla base dello stilo. Il nettare prodotto da questo fiore è ricco di zuccheri (18- 51 %), tra cui prevale il glucosio (45,4 %).
Polline
Le antere, contenenti il polline, sono saldate fra loro a formare una specie di tubo attraversato dallo stilo che allungandosi spinge, come uno stantuffo, il polline davanti a sé, rendendolo così disponibile agli insetti. Il polline del tarassaco, di un vivace color arancione, viene distribuito prevalentemente nelle ore del mattino. Ogni flosculo ne produce 5 mg circa, con un contenuto medio del 10,9 % di acqua, dell’ll,1 % di proteine, del 34,9 % di zuccheri, del 14 % di grassi e del 0,9 % di sali minerali; nel complesso il potere nutritivo può definirsi buono. I granuli pollinici sono quasi sferici, triporati, con fenestrature e tipiche creste spinose sulla parete
Interesse apicolo
Il tarassaco è molto ricercato dalle api che lo frequentano attivamente sia per il nettare che per il polline, tanto che spesso distoglie le bottinatrici dall’opera d’impollinazione sugli alberi da frutto, in fioritura nel medesimo periodo. Le api, per la raccolta, si devono adattare al ritmo dei fiori che nelle prime ore del pomeriggio si chiudono, non riaprendosi fino al giorno successivo. In annate favorevoli e con famiglie ben preparate si possono ottenere discrete produzioni di miele cosiddetto di tarassaco. In realtà i mieli puri di questa pianta sono rari, in genere sono misti di tarassaco, di salice, di crucifere e di fruttiferi. A questo proposito bisogna tenere presente due fattori in contrasto tra loro: mentre il polline di tarassaco risulta poco rappresentato nel miele, basta una modesta percentuale di nettare di questa pianta per conferire al miele un caratteristico colore giallo intenso ed un aroma molto spiccato, non gradito a tutti, e per farlo cristallizzare rapidamente. Indipendentemente dalla produzione di miele il tarassaco rappresenta comunque una fioritura molto importante per l’apicoltura poiché offre un notevole contributo allo sviluppo primaverile delle famiglie