In questa guida spieghiamo come evitare la sciamatura delle api.
La sciamatura è generalmente considerata un fenomeno legato all’istinto di conservazione della specie, in natura è l’unico mezzo di riproduzione della famiglia di api. Le api che compongono lo sciame acquisiscono una eccezionale laboriosità, dovuta principalmente a due fattori
– la mancanza iniziale di covata che fa in modo che molte api siano “libere” da compiti di nutrizione e si possano dedicare al bottinamento
– la necessità di procurare nella nuova dimora la struttura e le scorte di alimenti indispensabili per garantire il futuro della nuova famiglia.
Se lo sciame arriva in prossimità di un’importante produzione di nettare da parte della flora della zona, in poche giornate riesce a produrre in grande quantità e questo lo sanno bene gli apicoltori più avveduti i quali, se lo sciame è di adeguate dimensioni, dopo averlo messo in un’arnia razionale costituita da fogli cerei, coprono questa con un melario completamente costruito interponendovi un escludiregina. Così facendo tutte le api bottinatrici dispongono il miele nel melario in cui la regina non può salire per deporre le uova, in questo modo lo sciame può dare una produzione simile a quella di un alveare normale.
Perché le api sciamano? Quali sono i motivi che inducono le famiglie alla sciamatura? Le concause sono molteplici, ognuna di esse è rilevante e contribuisce alla sciamatura; una loro corretta analisi ci consente di capire i motivi e predisporne i rimedi. La causa sicuramente più importante per la predisposizione alla sciamatura è senz’altro quella genetica, l’esaltazione della sciamatura è dovuta ad una selezione delle famiglie (e perciò delle regine) in questa direzione, in quanto la maggior parte delle famiglie derivano a tutt’oggi da sciami naturali.
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Non è sicuramente facile correggere questa tendenza da parte delle api, però è possibile anche se richiede molto lavoro; d’altronde pero molto lavoro è richiesto anche dalla cattura degli sciami e dalle visite per accertarci delle loro condizioni, senza contare la perdita economica della mancata o ridotta produzione da parte dell’arnia madre e dalle perdite per orfanità che generalmente si verificano.
Una buona metodica correttiva è quella della selezione delle famiglie in relazione alla loro tendenza alla sciamatura, ogni apicoltore sa che nel suo apiario ci sono delle famiglie che fanno tutti gli anni almeno tre o quattro sciami mentre alcune non sciamano o sciamano una sola volta (sciame primario). Proprio da queste ultime famiglie si deve partire per la formazione degli sciami artificiali e soprattutto per la produzione di regine per la sostituzione di quelle dei ceppi che manifestano la più forte tendenza alla sciamatura.
Altre cause scatenanti la sciamatura sono
– la sovrappopolazione dell’arnia, il rimedio è quello di prelevare telai con api e covata per irrobustire famiglie deboli e formare sciami artificiali
– carenza di spazio e aria, il rimedio è quello di allargare il nido ed aggiungere il melario per potere meglio distribuire la produzione, molte volte si dimostra molto utile anche la apertura completa della porticina d’ingresso e l’asportazione del vassoio del fondo antivarroa
– insufficienza dello spazio a disposizione della regina per la deposizione delle uova, si può intervenire anche in questo caso sostituendo i telaini con altri telai costruiti
– favi eccessivamente vecchi e impossibilità di costruire cera, il rimedio e quello di sostituire ogni anno almeno due o tre telai da nido soprattutto se danneggiati, ammuffiti o intasati di miele non consumato dalle api nello svernamento. Se i telaini rimossi sono in buone condizioni può essere opportuno conservarli ed utilizzarli per fornire telai già costruiti o miele di scorta agli sciami naturali o artificiali e per fornire ulteriore spazio alle famiglie più forti. I telai da nido recuperati in cattive condizioni di conservazione, molto vecchi o deformati saranno inviati alla sceratrice solare per la fusione ed il recupero della cera e del miele in essi contenuto.
– covata in eccesso e sovrapproduzione di pappa reale, anche in questo caso è opportuno effettuare sdoppiamento dell’alveare o asportare telai con api e covata opercolata per rinforzare altre famiglie o formare sciami artificiali.
– regina anziana o difettosa, in questo caso è opportuno sostituire la regina con un’altra più giovane, sana e vigorosa
Indice
Interventi nell’Alveare
Eliminazione delle celle reali
Per ottenere buoni risultati con questa tecnica è necessario visitare ogni 5 o 7 giorni e rimuovere tutte le celle reali.
Per effettuare un buon controllo delle celle reali non bisogna avere api sui favi di covata. Bisogna fare i controlli durante le ore centrali della giornata quando le api sono a bottinare o si deve scrollare le api dai favi.
Risulta essere una pratica necessaria ma molto faticosa soprattutto in presenza di melari pieni di miele.
Spesso l’alveare entra lo stesso in febbre sciamatoria, si ferma l’importazione e sciama lasciando nel ceppo di partenza le sole api giovani.
Taglio di un’ala della regina
Oltre al controllo delle celle reali una tecnica molto utilizzata è il taglio di un’ala della regina. Si taglia per lungo solo l’ala più grande (destra o sinistra). Il taglio deve evitare le nervature principali.
Il taglio dell’ala sulle ali di regine di annata viene effettuato nella primavera successiva.
Il taglio dell’ala non compromette la deposizione però a volte determina la sostituzione della regina da parte della famiglia.
Quando lo sciame parte, la regina casca nelle vicinanze dell’alveare e viene abbandonata dallo sciame stesso che rientra nell’arnia.
L’apicoltore al momento dell’ispezione deve lasciare una sola cella reale per il rinnovo della regina.
A volte capita di trovare la regina ancora viva. In questo caso si può recuperare la regina per inserirla in un altro alveare orfano. Nell’alveare sciamato è preferibile lasciare una sola cella reale.
L’alveare con la sciamatura “sfoga” la febbre sciamatoria e riprende a lavorare.
Dopo una decina di giorni dallo sfarfallamento bisogna controllare se la nuova regina è feconda. Risulta essere necessario infatti evitare che l’alveare rimanga orfano. Una assenza prolungata di covata provocherebbe una riduzione significativa della popolazione di api. Inoltre il nido rimarrebbe “imballato” di miele; la deposizione di uova stimola le api a portare il miele nel melario.
Tecniche Apistiche
Ingabbiamento della regina
Alcuni apicoltori per ragioni di tempo e per l’impossibilità ad effettuare visite frequenti agli alveari ingabbiano le regine nel periodo di massima sciamatura o quando le visite diventano impossibili per la presenza di diversi melari per alveare.
La regina viene ingabbiata in piccole gabbie costruite con degli escludiregina in modo che le api possono entrare ed accudire la regina. La regina viene ingabbiata per circa 20 giorni. Di solito nelle zone della pianura e della collina tale operazione viene effettuata quando i fiori dell’acacia iniziano a imbiancare le piante.
L’ingabbiamento consente di ridurre il controllo delle celle reali. Il controllo delle celle deve essere fatto al momento dell’ingabbiamento della regina e dopo una settimana. Poi fino allo sgabbiamento non ci sono più uova o larve da cui le api possono allevare celle reali.
Dopo una settimana dallo sgabbiamento è necessario controllare lo stato di deposizione delle regine.
Durante la fase produttiva con la regina ingabbiata non è necessario l’utilizzo dell’escludiregina.
Una volta liberata la regina, la sciamatura potrebbe rimanifestarsi (occasionale), comunque la produzione è fatta.
Nonostante l’ingabbiamento, se l’alveare non sciama, non si hanno riduzioni delle produzioni successive.
La percentuale di alveari che sciama è molto bassa.
Si ha una notevole uniformità di produzione nell’apiario.
Quando si libera la regina dalla gabbia bisogna reinserire l’escludiregina.
Confinamento della regina
Chi non vuole ingabbiare può confinare la regina in un’altra arnia con uno o due favi di covata, api e miele.
Nell’alveare si lascerà una cella reale sola e si segnerà il favo in cui è collocata.
Dopo una settimana dal confinamento sarà necessario effettuare un’altra visita per togliere altre celle reali allevate.
L’operazione di confinamento va fatta nello stesso periodo dell’ingabbiamento.
Le famiglie lavorano bene ma a volte sciamano con la sola vergine.
Risulta essere necessario verificare l’avvenuta fecondazione della regina.
Inversione della postazione
Risulta essere una tecnica che si utilizza in condizioni di emergenza quando per cause climatiche non è possibile effettuare visite di controllo della sciamatura. La postazione va scalata in modo da cambiare il posizionamento delle famiglie e creare
disorientamento. Questa tecnica permette di bloccare temporaneamente la sciamatura. A volte alcuni alveari sciamano lo stesso dopo l’operazione di inversione. Le api all’uscita dello sciame sono disorientate e spesso rientrano
sparpagliandosi negli alveari abbandonando la regina.
Questa tecnica permette di conservare il patrimonio api nell’apiario, ma causa disomogeneità nella forza delle famiglie e in alcuni casi orfanità.
Inversione degli alveari
Questa tecnica si utilizza per gli alveari che vanno in febbre sciamatoria. Gli alveari forti vengono spostati al posto di quelli più deboli che si trovano vicino. La sciamatura si blocca temporaneamente in quanto gli alveari perdono molte api bottinatrici che rientrano nell’alveare debole che viene posizionato al posto di quello forte. Con questo sistema si ottiene anche maggiore uniformità di produzione nell’apiario in quanto le famiglie forti vengono indebolite a favore di quelle più deboli.