Nell’attività apistica, oltre ad allevare le colonie, può essere necessario fare altro, come la preparazione di nuclei e pacchi d’api.
Indice
Nuclei
Queste piccole famiglie, chiamate sciami artificiali o più diffusamente nuclei sono costituite da cinque o sei telai da nido costruiti e ricoperti di api (controllate che non tutti i favi che le compongono siano molto vecchi e scuri, preferite i nuclei con alcuni telai costruiti da poco), con almeno tre telai con covata e regina fecondata dell’anno vanno sistemate per qualche giorno nel luogo dove poi verra piazzata l’arnia definitiva.
I nuclei possono essere fatti in diverso modo
-Normalmente si parte da una colonia sviluppata e poi si prelevano alcuni favi in modo da mantenere una regolarità dell’andamento della covata, così che le api la possano riscaldare bene.
-Si potrebbe anche prelevare direttamente la regina. Nel caso in cui si prelevino solo i favi, i nuclei possono essere lasciati al loro destino allevando regine da larve di giovane età, mentre negli altri casi, dopo avere formato il nucleo, si addizionerà o una cella reale opercolata o la regina feconda ed è la situazione ottimale, perché permette di ampliare più rapidamente la famiglia.
-Si possono anche prelevare i favi da più colonie e con essi realizzare dei nuclei. Da un apiario con molte colonie, anche solo per evitare che le colonie vadano in crisi di spazio, si prelevano dei favi e con tali favi in eccesso, sostituiti con fogli cerei o favi vuoti, si realizzano dei nuclei.
-Si può costituire un nucleo con un favo con riserve, uno con covata, un foglio cereo ed un diaframma e poi si metterà o una regina feconda o una cella reale nell’interfavo.
Trascorsi alcuni giorni i nuclei vanno travasati nelle arnie razionali, a questo scopo si piazza l’arnia con il nido vuoto al posto del nucleo da travasare e quindi, dopo avere aperto l’arnia nel solito modo, si sollevano e si estraggono i telaini immettendoli nell’arnia nuova badando bene che mantengano l’ordine precedente.
Le api che alla fine dell’operazione restassero raccolte nell’arnietta o nel coprifavo vanno scosse o spazzolate all’interno dell’arnia stessa oppure sul predellino. Se i favi trasferiti si presentano ricchi di api, di provvista e di covata dal lato rimasto libero dell’alveare si aggiungono uno o due telai con fogli cerei o con favo già costruito chiudendo poi il tutto con il diaframma, se l’alveare è spopolato o con poca covata è il caso di mettere direttamente il diaframma , durante la successiva visita si valuterà se aggiungere o meno ulteriori telai a seconda dello sviluppo dell’arnia.
Mano a mano che vengono aggiunti i telai il diaframma va spostato, una volta che l’arnia è completa, se le condizioni metereologiche lo permettono, si può disporre l’escludiregina e un melario con fogli cerei o favi gia costruiti.
Dagli apicoltori “professionisti” si possono acquistare anche delle famiglie complete, cioè su dieci telaini da nido, queste famiglie presentano il vantaggio di potere entrare direttamente in produzione e quello di non necessitare di troppo lavoro. Tra gli inconvenienti che si possono riscontrare c’è quello dell’elevato costo della famiglia (ci si aggira per l’inizio della primavera intorno ai 130 euro più IVA) e quello della mancanza di manualità da parte del principiante che nel precedente caso invece per fare in modo che la famiglia si sviluppi deve seguirla e nel contempo acquista destrezza nel trattare le api.
https://www.youtube.com/watch?v=wbEb_38ddXs
Pacchi
La tecnica è stata ideata negli stati unti con l’esigenza di ripopolare le famiglie di api soprattutto del Nord America e del Canada, infatti le api partono dalla Florida o California e vengono spedite altrove, le api sono spedite con camion.
I pacchi d’ape sono come uno sciame, ossia un contenitore in cui sono presenti delle api adulte in cui si può mettere la regina o un feromone sintetico (chiamato BeeBoost) che mima la presenza della regina.
Per crearlo si necessità di alveari popolosi con regine giovani, gli alveari sono stimolati con buona nutrizione autunnale e nutrizione stimolante in primavera per avere alveari forti.
Gli alveari si aprono e si individua la regina e si lasciano nell’alveare i favi che non si voglio usare ossia quelli con la regina.
I favi ricoperti di api sono scrollati in imbuti e fatti cadere nel contenitore.
Le api possono anche essere prelevate dal melario e quando lo si vuole fare si mette del fumo dalla porticina in modo che le api vadano li è poi il melario è messo in supporti ad imbuto e scrollato o soffiato e le api sono raccolte nella scatola di sotto. In alcune
situazioni si possono usare delle macchine spazzolatrici.
Si può anche usare un imbuto inclinato che serve per ridurre la fatica dell’apicoltore nel posizionare il favo nell’imbuto stesso, si soffia e si recuperano le api.
Occorre introdurre in una gabbietta 1-1,5 kg di api ossia 15000 api. Nella scatola si hanno dei lati di compensato e le pareti maggiori fatte di reti in nylon o metallica (quella metallica da maggiori garanzie anti smagliatura, ossia evita che le maglie della rete si aprano dando varchi che fanno uscire la api), le scatole utilizzate sono dotate di un foro che serve nella fase iniziale per introdurre le api, una volta che le api sono nella gabbia occorre introdurre un alimentatore (vaso in vetro da miele ricco di sciroppo denso e si fanno dei fori sul coperchio e lo si capovolge e funziona da nutritore a depressione) lo sciroppo non cola ma le api possono assorbire lo sciroppo, lo stesso risultato si può ottenere con barattoli di metallo con tappo pressione e sono adatti quando le api devono restare nel contenitore per più giorni potendo rabboccare il barattolo. In alcuni casi sono stati usati come nutritori fatti con bottiglie di plastica forate nella zona superiore e dotate di spugne in modo che le api vi entrino e si cibino di sciroppo.
L’altro foro a sezione rettangolare viene usato quando si dotano i pacchi d’ape di regina (inizialmente i pacchi d’ape erano con la regina ora si formano anche senza regina e si mette del feromone sintetico per mantenere il grappolo d’ape).
Il vantaggio nell’usare un contenitore con vaso di vetro è che è semplice da creare ma lo svantaggio è che non è impilabile perché sporge. Un altro svantaggio è che il vetro è fragile e si può rompere allora lo si può usare per brevi trasporti.
Visto che occorre mettere 1,5 kg di api nel contenitore, si pesano le api nel contenitore dopo avere fatto la tara. Siccome le api in condizioni di allarme si riempiono l’ingluvie occorre mettere un 10% in più di api visto che subiranno un calo peso.
Se si devono spedire molti pacchi occorre che i pacchi siano assemblati a blocchi di cinque distanziati fra loro per dare aerazione.
I pacchi d’ape devono essere trasportate su camion telonati per non danneggiare le api.
Risulta essere importante racchiudere il tutto, ossia i diversi contenitori, con reti anti-insetto soprattutto quando si passa in centri abitati perché alcune api potrebbero sostare all’esterno delle arnie. Se i pacchi d’ape non si spediscono subito i contenitori devono essere gestiti mantenendoli a T ridotta.
Le cassette con le api vengono spedite tramite posta o corriere, appena consegnate devono essere messe in una stanza buia alla temperatura di 21 gradi per qualche ora e nutrite con sciroppo di zucchero per due o tre volte, in periodi caldi è opportuno fornire anche dell’acqua spruzzandola sulle pareti in rete della cassa usata per il trasporto.
La sistemazione nelle arnie deve avvenire nelle tarde ore pomeridiane, si nutrono le api, si bagnano attraverso la rete con acqua nebulizzata, si inserisce nella cassa in cui dimorerà lo sciame la gabbietta con la regina sospendendola fra due telai (assicuratevi che sia viva), quindi si scuotono le api dalla cassetta sopra l’arnia che deve avere l’ingresso chiuso, deve essere munita di un nutritore con sciroppo, di telai con fogli cerei e sistemata in una zona calda ma ombreggiata.
La cassa viene mantenuta chiusa per circa 48 ore, in modo che le api inserite non fuoriescano entrando eventualmente in altre casse preparate contemporaneamente o gia presenti nella postazione, cosa che frequentemente può avvenire. Le api rimaste nella cassetta di trasporto, che viene lasciata rovesciata sul tetto dell’arnia ricevente si svuoterà mano a mano delle api rimaste.
Si riapre l’ingresso della cassa, si tiene comunque stretta a pochi fori la porticina, si fornisce il nutrimento liquido e per almeno 10 – 12 giorni la colonia non dovrà essere ispezionata
Dopo dieci – dodici giorni si effettua la prima ispezione che ha lo scopo di assicurarsi che la regina sia viva e deponga regolarmente le uova e che la costruzione dei favi avvenga con regolarità.
Qualora ci si accorga che la regina non depone possiamo comportarci secondo due modalità
-la prima è quella di riunire le rimanenti api ad un’altra colonia, questo perché anche aggiungendo telai da covata o celle reali già mature la nuova regina non farebbe in tempo a cominciare la deposizione delle uova prima che la famiglia si sia troppo indebolita.
-nella seconda, disponendo di una gabbietta con regina giovane e già fecondata si può invece tentare l’inserimento ma la famiglia dovrà rimanere sotto controllo molto a lungo e dovrà essere preferibilmente arricchita con telai completi di api e con covata opercolata o nascente provenienti da altre colonie perfettamente sane.
Un altro uso di pacchi d’api è il rinforzo di famiglie deboli (questa è la tecnica che si è sviluppata per prima da noi), i pacchi d’api vengo aggiunte alle colonie che hanno poche api e che non riescono a svilupparsi bene, vengono aggiunte anche solo la metà delle api del pacco d’ape, ciò permette una ripresa della colonia.
Se si popolano delle colonie l’uso di un pacco d’ape da 1,5 kg equivale alla raccolta di uno sciame.
A seconda della tecnica che si usa e delle famiglie che si hanno, è possibile prelevare da famiglie appositamente dedicate a ciò da 2 a 4 volte l’anno, quindi ci sono aziende specializzate nel produrre nuclei o pacchi d’ape e non hanno l’interesse di produrre miele ma solo nuclei o pacchi d’ape per la vendita.
Visto che un pacco d’ape vale 60€ e se ne realizzano 4 all’anno da una famiglia, si otterrebbero circa 240 euro annui con tale tipo i attività. I nuclei sono venduti a 20 € a favo senza IVA, dunque vendendo nuclei su 5 favi si
ottengono 110 € IVA inclusa.
Per potere fare queste operazioni occorrono famiglie molto popolose e in queste famiglie la regina si sostituisce ogni anno per averla molto efficace, in modo che produca molto.