In questa guida spieghiamo come allevare le api regine
Le nuove regine sono ricercate perchè abbiano determinate caratteristiche
-docilità
-produttività di uova
-capacità di tenuta dell’alveare, in modo che le api siano più legati alla regina.
Le celle reali si possono dividere in
-Celle di sciamatura. Se la famiglia vuole sciamare, le operaie creano le celle reali che possono essere sostituite in nuove arnie, moltiplicando così la colonia. Con questo metodo, però, si potrebbero selezionare delle api che sono geneticamente più propense alla sciamatura. Le celle da sciamatura sono presenti in primavera, usualmente sui bordi del favo, e sono numerose, 6-8 o più, ben formate e distaccate dal favo.
– Celle di sostituzione. Le celle di sostituzione sono quelle che vengono costruite quando una regina non è ritenuta abbastanza forte e non indicano la sciamatura. Le celle di sostituzione vengono erette per sostituire una regina vecchia o difettosa, sono poche, 1 o 2, molto grosse e distaccate dal favo, posizionate anche nel centro di questo.
– Celle di emergenza. Le celle di emergenza sono erette in caso di scomparsa inaspettata della regina o di orfanità. Sono più piccole, alcune volte attaccate al favo, e numerose, 3-6.
– Celle artificiali. Sono quelle che sono indotte dall’uomo per creare regine.
Indice
Tecniche di allevamento delle regine
Le tecniche di allevamento delle regine sono diverse
-Naturale. Si prendono le regine che si trovano nella prima colonia che è entrata in febbre sciamatoria.
-Orfanizzazione. Se da una colonia si toglie la regina per metterla in un altro nucleo con 2-3 favi, l’alveare orfano tende ad allevare celle reali di emergenza che andranno poi gestite.
Si possono formare piccole colonie separando con un diaframma un’arnia, lasciando nella parte orfana 2 telaini da covata (con covata con meno di 3 giorni) ed 1 telaino di miele. Le api produrranno celle reali che si potranno prelevare per formare dei nuclei nei quali le introdurremo. Dopo, se la produzione di regine è terminata, si toglie il diaframma e si riuniscono i 6 favi lasciando loro una cella reale o una regina. Con questa tecnica, usando una sola arnia divisa in due, e spostando le celle reali opercolate in 4 alveari, si possono moltiplicare le arnie.
-Metodo Miller. Consiste nell’inserire nel telaino pezzi di fogli cerei con una estremità a punta. Questi fogli cerei vengono messi in un nido in posizione centrale, le api costruiscono i favi e nelle cellette la regina deporrà le uova, dopo 5-7 giorni gli apicoltori preleveranno i favi che conterranno delle larve di 24-36 h (ossia dell’età giusta per trasformarsi in regina). Queste porzioni di favi vengono rifilati con una taglierina poiché nelle cellette più esterne la regina non depone, nella zona centrale invece si troveranno larve con 12 ore di vita.
I favi rifilati sono messi in alveari orfani, qui, le api costruiranno le cellette reali come avviene in natura, ossia nella parti periferiche, ed essendo il favo ritagliato, saranno in una zona più agevole per essere recuperate.
-Metodo Hallen. Non prevede il trasferimento delle larve. Si ottengono delle celle reali prendendo un favo ed osservando lo stadio di sviluppo della covata disopercolata ed individuando delle porzioni di favo da nido che contengono giovani larve, larve di prima età. I favi, appoggiati, su un tavolo vengono tagliati a strisce non più larghe della larghezza della traversa di un telaino e poi le strisce vengo saldate su un una cornice e vengono selezionate. Si lascerà una celletta con una larva e se ne toglieranno 2 o 3 adiacenti ad essa. Si allarga la celletta che contiene la larva e poi le strisce di favo incollate sulle traverse sono messe in un alveare orfano, è come se si facesse un trasferimento in una famiglia orfana di larve della giusta età per diventare regine.
Con questo metodo si taglia il favo con le larve che si spostano prima che si trasformino in regine.
Le api presenti nell’alveare in cui è stato inserito il favo ricostituito da larve giovani costruiscono dei cupolini in corrispondenza delle cellette che contengono la larva e costruiranno delle celle reali.
-Metodo Doollittle. Comporta un trasferimento di larve di massimo 36h prelevate nei favi da nido (ossia da operaie) in cupolini artificiali. Quando le larve sono nei cupolini, questi vanno introdotti nella colonia con il senso di orfanitá, sciami orfani, famiglia orfana, famiglia con regina con scomparto orfano indotto dall’apicoltore.
Introducendo i cupolini, le giovani operaie accumulano molta pappa reale, e poi può seguire il finissaggio o l’incubazione nella famiglia oppure le si può inserire in altre famiglie con le stesse caratteristiche. Ossia si possono mettere i cupolini in una famiglia e poi ci può esser un trasferimento in altre famiglie per terminare il ciclo di allevamento, ma di solito l’intero ciclo viene condotto in una sola famiglia ospite.
Metodologia
L’apicoltore deve prelevare i favi da famiglie che hanno le caratteristiche ricercate: la produttività, la docilità, la tenuta del favo, la resistenza alle malattie, l’adattamento all’ambiente.
Quindi quando l’apicoltore ha deciso le caratteristiche che deve avere la sua colonia di api, deve prelevare un favo con covata fresca con larve di prima età e uova fresche, occorre fare attenzione a prelevare la larva perché è molto delicata. Per allevare le larve da sfruttare per ottenere delle regine, gli allevatori usano favi vuoti che inseriscono, nelle famiglie dalle quali intendono prelevare le larve circa 5 giorni prima, nel centro dell’alveare.
Si preleverà la larva di 12-36 h con strumenti di Picking in plastica o acciaio, e la si introduce nel cupolini di cera avendo l’accortezza di non danneggiarla (se ciò avvenisse le api nutrici non la alleverebbero).
I cupolini sono allestiti su delle traverse di legno con una base di cera su cui si colano i cupolini, la cera serve per prelevare la cella e si ottiene un supporto facile da manipolare.
Le traverse son poi capovolte (pur capovolgendole le larve non cadono perché la pappa reale le tiene adese fungendo da collante) e messe in un telaino porta stecche con scanalature laterali (la numerosità varia a seconda che si faccia un allevamento di regine per produrre pappa reale o regine), se si producono regine occorre mettere al massimo 20-30 cupolini per famiglia, se si vuole produrre gelatina reale occorre mettere molti cupolini per fare produrre poca pappa reale ma in molti cupolini.
Si preparano delle batterie di stecche lavorando in un ambiente caldo con una buona umidità per evitare la disidratazione delle larve, l’allevamento delle regine si fa in maggio per evitare i salti termici perché le api non alleverebbero le regine se le condizioni ambientali non fossero stabili.
Dopo avere fatto ciò occorre inserire i cupolini in una alveare orfano, per esempio si può sfruttare la arnia a cassone che ha la parte centrale divisa dalle laterali mediante una rete escludi regina.
Negli scompartimenti laterali ci sono due famiglie con regina, e nella zona centrale sono presenti dei favi che contengono covata che sta sfarfallando e sono prelevati dagli alveari degli scompartimenti vicini, i favi da laterali li si mette al centro e si ha una popolazione di api giovani e nella zona centrale si mette il telaino porta cupolini.
Le api giovani alimenteranno le larve sane inserite nei cupolini.
La parte superiore del telaino porta cupolini è composta da un nutritore a tasca perché occorre che durante l’inserimento del telaino la parte centrale sia alimentata con sciroppo per dare cibo in caso l’ambiente non fosse
favorevole.
Nelle cellette accettate, le api allungano i bordi e li assottigliano, poi le nutrici approvvigionano le larve di cibo. Quindi le api opercolano le celle reali.
Una vota che si hanno le celle reali “mature” (14,5 giorni), le si deve collocare in modo da indurre lo sfarfallamento delle regine. Alcuni allevatori tolgono le celle reali al 10 giorno in quanto sono già opercolate, non è più necessario che le celle reali restino
altro tempo negli alveari di allevamento, e in più togliendole si liberano degli alveari che possono allevare altre api regine. Le si toglie e le si mette in incubatrice con le condizioni ottimali allo sviluppo simili a quelle dell’alveare e resteranno li fino al 14,5
giorno.
Risulta essere importante comunque che le celle reali al 14,5 giorno vengano tolte perché se le si lasciasse di più, gli alveari percepirebbero le regine in nascita e tenderebbero a sciamare, pur con la rete escludi regina le regine delle zone laterali percepirebbero
le regine in sfarfallamento e tenderebbero a sciamare.
Dopo tutto ciò si ottengono delle celle reali mature che devono essere introdotte in alveari in cui, sfarfalleranno e poi andranno in accoppiamento, gli alveari possono essere di vario tipo e di diversa popolazione ma, dovendo accettare la regina, è necessario che siano
orfani.
Le celle reali vanno messe in una colonia orfana che necessita della regina, le api orfane l’accettano ma occorre prendere qualche precauzione, ossia è bene proteggere la cella reale matura mediante gli appositi contenitori in plastica. La regina sfarfalla e poi dovrà compiere degli atti che la rendono fertile.
Gli apicoltori usano delle piccole colonie per inserire la regina, ossia 1-2 favi da nido in una arnia prendi sciame più la cella reale in fase di sfarfallamento. La maggioranza delle volte però si usano delle arnie divise in due con una apertura per lato, sono colonie piccole con all’incirca 1000-1500 api.
All’interno dei nuclei di accettazione la regina esce dalla cella reale e farà poi dei voli di orientamento, andrà al volo di accoppiamento e poi deporrà. L’accoppiamento deve avvenire entrò 3 settimane e se ciò non avvenisse a causa di tempo avverso, quella regina non sarà da considerare di qualità. Tanto più veloce è l’accoppiamento e la deposizione, tanto migliore sarà la forza della regina.
Sono diverse le operazioni che si potrebbero adottare in tale situazione
-Il nucleetto di polistirolo (Apidea) si sfrutta per delle piccole colonie su 3-4 favi, che sono sufficienti a dare sostegno alla regina perché essendoci le api nutrici garantiscono l’alimentazione della regina, ciò è importarne per costituire il nucleetto.
Con i successivi cicli, i nucleetti vengono riutilizzati perché una volta tolta una regina feconda si riusano per accettare una nuova cella reale e per costituire così un altra famigliola.
La qualità della regina dipende da come viene alimentata da larva e come viene alimentata da adulta dalle api nutrici.
-L’allevamento è fatto in zone in cui la temperatura deve essere stabile sui 18 gradi per qualche giorno, almeno 4 ore al giorno, da noi solo all’inizio di maggio si manifestano tali condizioni.
-Si devono prevedere dei nucleetti e bisogna popolarli con api, per farlo si scrollano delle api adulte da famiglie popolose (si può usare la CO2 per addormentare le api) si prelevano 1-2 contenitori di api e si versano le api addormentate nelle gabbiette.
Le gabbiette possono essere tenute in un locale refrigerato per alcuni giorni perché quando si parte da nucleetti privi di regina con api adulte prese da altri alveari, esse una volta messe in posizione tenderebbero a disperdersi perché non hanno ancora preso coscienza della loro nuova sistemazione.
A volte il popolamento viene fatto seguire all’inserimento della cella reale (si mette la cella reale, poi le api adulte, poi si mantiene a bassa T e poi si mette in campo).
Al sedicesimo giorno avviene lo sfarfallamento e la regina taglia la parte inferiore della cella reale lasciando il discetto appeso da un lato, per cui quando c’è una cella reale in cui l’opercolo è presente ed attaccato si è sicuri che da quella cella sia sfarfallata correttamente una regina.
La regina dopo che si è accoppiata si sviluppano gli ovari e la regina inizia a deporre e sarà assecondata dalle api della corte.
L’apicoltore dovrà poi verificare che la regina sia idonea perché è feconda e depone, tanto più le celle di covata sono vicine, tanto maggiore è la rosa di covata tanto migliore sarà la regina. Risulta essere importante osservare il favo per percepire la presenza delle regine anche solo
individuandone le uova.
Le regine hanno un aspettativa di vita di 5 anni e per tale motivo a livello internazionale è stato adottato un codice colore (azzurro, bianco, giallo, rosso, verde), ecco che quando una regina nasce è opportuno colorare il torace della regina con un colore oppure incollare un dischetto sul torace della regina sul quale sono riportati dei numeri progressivi che danno indicazioni anche sulla provenienza delle regina in modo da conoscerne la discendenza, questo perché alcune regine hanno un pedigree e tanto migliore è, tanto più elevato sarà il prezzo delle regine che va da 9 € a oltre 40 € più IVA.
Il posizionamento del disco di colore favorisce l’individuazione della regina da parte dell’apicoltore ed è bene marcare le regine dopo che si è constatato l’inizio della loro deposizione.
A seconda del colore del dischetto di vernice applicato sul torace della regina si ottengono le seguenti informazioni:
-Azzurro: è sfruttato per le regine che nascono in anni che terminano con il 0-5;
-Bianco: è sfruttato per le regine che nascono in anni che terminano con il 1-6;
-Giallo: è sfruttato per le regine che nascono in anni che terminano con il 2-7;
-Rosso: è sfruttato per le regine che nascono in anni che terminano con il 3-8;
-Verde: è sfruttato per le regine che nascono in anni che terminano con il 4-9.
Quando si visita la colonia si ha subito un idea della età ella regina e ciò è importate perché le regine sono efficienti per i primi due anni di vita. Delle regine che arrivano al 3° anno solo il 20-30% mantengono idoneità per l’allevamento in modo professionale. Ecco
che l’allevamento delle regine si è sviluppato perché consentono anche ad un apicoltore che non può allevarsele, di poterle acquistare inserendole nei suoi alveari avendo continuamente delle regine performanti.
Le regine di cui si è verificato la fecondità si usano per sostituire regine vecchie, ecco che l’apicoltore può sfruttare metodi per riprodurre le regine. Le regine vengono prese da un nucleo di accoppiamento (i nuclei di fecondazione in realtà sono di
accoppiamento) e poi sono introdotte in gabbiette da regine in plastica che hanno due parti, una parte della gabbia ha 4 pareti traforate alte 10 mm ed un altra parte ha pareti piene in cui si mette del candito.
Il candito che sta nella parte inferiore della gabbietta è messo in corrispondenza di una apertura che sta in basso, l’apertura è dotata di un pezzo di plastica rimovibile che si elimina al momento di inserimento del contenitore con regina nell’alveare orfano.
Le gabbiette con regine sono messe in cartoni in cui ci sono dei sistemi di ancoraggio per mantenere separate fra loro le gabbie e ciò permette l’aerazione ed evita il disturbo che si manifesterebbe se le gabbiette fossero in unico blocco. Non va bene assemblare le
gabbiette una vicina all’altra perché le regine sentendo le rivali emettono un continuo richiamo verso le altre come se dovessero sopprimere le rivali.
Le gabbiette sono poi messe negli alveari e il tempo necessario alle api dell’alveare ed alle accompagnatrici per consumare il candito è necessario per omogeneizzare l’odore di famiglia. La regina dopo che è uscita potrebbe non essere più presente perché magari è
stata eliminata dalle altre api che ne hanno percepito dei difetti, il rifiuto può anche avvenire per immissione non idonea della regina nell’alveare.
La regina dopo che si è accoppiata sviluppa degli ovari composti da ovarioli, ognuno può produrre 3-5 uova al giorno; da studi è emerso che gli ovarioli delle regine acquistate in estate sono in minore numero.
L’efficienza della regina dipende dal numero degli spermatozoi conservati nelle trachee della spermateca (la spermateca contiene fino a 7 milioni di spermatozoi). Alcune volte può capitare che delle regine abbiano delle spermateche con anomalie, oppure possono essere prive di spermateca.
La spermateca contiene la ghiandola della spermateca che secerne un liquido che permette di conservare lo sperma.
Ci sono degli studi che mostrano che gli ovari non sempre sono ben sviluppati e sono magari solo 90 invece di 400; le situazioni di malformazioni derivano dall’allevamento delle regine nel mese si luglio in cui essendoci poche riserve di cibo determinano scarsità nella
alimentazione della regina, ecco che si da cibo di sostegno ai nuclei orfani che alleveranno i cupolini.